Pietre d’acqua 2024

Pietre d’acqua, il simposio di scultura in granito diretto da Paolo Dolzan, quest’anno alla sua settima edizione, vuole riannodare il filo di una tradizione perduta recuperando saperi antichi e restituendoli attraverso il linguaggio dell’arte.

Il binomio che dà il titolo alla rassegna richiama la forza dell’acqua, che rappresenta il tratto distintivo dell’Ecomuseo: nello stesso tempo fonte di ricchezza, forza generatrice che plasma la pietra e il territorio, sorella benevola che a volta può trasformarsi in matrigna crudele dell’uomo.

Seguendo un impianto ormai consolidato, un gruppo di scultori lavoreranno le pietre del Chieppena dal 30 agosto all’8 settembre.

Le loro opere rimarranno lungo le sponde del torrente integrandosi nel paesaggio e costituiranno il nuovo tassello di un percorso che lo accompagna fino al Brenta: un piccolo museo a cielo aperto che vorremmo offrire allo sguardo di quanti ripercorreranno le nostre vie d’acqua assieme al ricordo di chi seppe vivere il territorio ricavandone il necessario sostentamento con capacità e impegno tali da rappresentare una piccola eccellenza trentina. Gli artisti dell’edizione 2024 provengono dal Giappone e da Taiwan.

Il territorio dell’Ecomuseo della Valsugana è stato rinomato, fino alla seconda metà del Novecento, per l’abilità dei propri scalpellini, principalmente quelli di Villa, impegnati nell’estrazione e nella lavorazione degli ostici graniti di Cima d’Asta. Un mestiere che ha trovato i propri ultimi testimoni nella cooperativa attiva a Villa fino alla grande alluvione del 1966, quando il torrente Chieppena, da sempre riottoso nei propri argini, ha riversato in paese un autentico fiume di quei sassi che avevano fino ad allora garantito il pane a tante famiglie della zona. A ricordo della perizia degli scalpellini rimane il bel campanile della parrocchiale della Madonna della Mercede di Agnedo, eretto tra il 1881 e il 1895 su disegno di Eugenio Prati che ne sorvegliò personalmente la costruzione.

Presentazione delle opere e del catalogo, momento conviviale aperto al pubblico domenica 8 settembre alle 12.00

Omnia mutantur

Il 16 marzo 2023 il Trentino e la Valsugana hanno appreso attoniti della improvvisa scomparsa di Carlo Scantamburlo, notissimo artista di Roncegno Terme. Ora, a un anno di distanza, la sua terra gli rende omaggio con un progetto pluriennale che testimonia la sua arte.

Carlo Scantamburlo nasce a Roncegno Terme nel 1951. È tra gli scultori del legno che hanno dato nuova vita, rinnovandola, a questa disciplina sia per le capacità tecniche sia per la complessità del suo universo simbolico.

La natura, umana, animale e vegetale, è il fulcro del suo operare. Infatti il desiderio di Carlo è ripetere, talvolta inconsciamente, lo schema generale della natura di cui egli fa parte, essendo formato di sangue, acqua, carne come carne, acqua e sangue è la composizione primaria del legno. Ogni volta che intaglia, creando libri, streghe, acerbe ninfe e voluttuose sirene, parti del corpo umano ripete l’antico gesto di trasferire l’ordine generale del cielo in un luogo particolare, la scultura, avente al centro l’irruenza e al contempo la pacatezza dell’artista.

OMNIA MUTANTUR vuole essere un omaggio della sua terra a un artista che ha lasciato un segno indelebile nell’arte e nella vita sociale delle comunità della Valsugana orientale e del Trentino. Si articola su più sedi, nelle località che maggiormente hanno rappresentato un punto di riferimento nella sua vicenda umana e artistica.